"Benvenuti nel Mondo Vero"...La Sindrome dell'Impostore
Pubblicato da Eleonora Pizzutti in Coaching · 27 Novembre 2020
Tags: performance, leadership, lavoro, manager, coaching, finzione, realtà, conivnzioni, paure
Tags: performance, leadership, lavoro, manager, coaching, finzione, realtà, conivnzioni, paure
Paura interiorizzata di essere
smascherati come una frode o un falso.
Paura di essere scoperto, perchè non
ne sai abbastanza.
Paura di non essere abbastanza bravi.
Queste sono le sensazioni principali
che descrivono la “Sindrome dell’Impostore” e, se state pensando che a voi non
è mai capitato di sentirvi così, beh provate a rifletterci bene perché, in base
alla ricerche condotte sul tema, è emerso che il 70% delle persone ha
sperimentato una qualche versione della sindrome dell’impostore in qualche
momento della sua vita, interessando anche persone che si trovano in posizioni di
leadership e magari con una certa seniority.
C’è una via
d’uscita? Si e consiste nel separare i fatti dalla finzione. Semplice vero?
E qui mi è
balzato all’occhio il parallelismo con il famoso film “The Matrix”: Neo, il
protagonista vuole scoprire la verità su Matrix, mondo virtuale elaborato al
computer e creato per tenere sotto controllo le persone. Nel caso della sindrome
dell’impostore è il mondo che decidi di porre tu stesso davanti ai tuoi occhi,
rielaborando come un computer la tua immagine, distorcendola e finendo per
cadere nella tentazione di pensare a te stesso come ad un falso, appunto come ad
un impostore. Probabilmente stai drammatizzando la situazione: quando pensi
“non sono abbastanza bravo” stai mandando i tuoi pensieri in sovraccarico e non
riesci più a vedere l’evidenza della realtà, del tuo successo, dei risultati
raggiunti, l’opportunità di un nuovo apprendimento o anche di una nuova
esperienza.
Morpheus,
il Mentore di Neo, nel film chiede al protagonista “Che vuol dire Reale? Dammi
una definizione di Reale”. E io aggiungo anche questa domanda: come distinguere
la Realtà, i Fatti Veri, dalla Matrix di cui ci circondiamo ogni volta che ci
ripetiamo che non siamo abbastanza bravi o che non ne sappiamo abbastanza?
Perchè, l’unica
cosa a cui pensiamo in quei momenti è panico! “Non sono in grado”. Non distinguiamo
più il nostro “codice sorgente” cioè i fatti veri e rimane solo la matrix, la
fiction, cioè i pensieri che ci limitano e ci fanno sentire come degli
impostori.
Vi racconto
un mio episodio personale: la prima volta che mi sono trovata a fare formazione
in aula ad un gruppo di persone, prima di iniziare mi sono bloccata e ho
pensato “chi sono io per andare di fronte a tutte queste persone e condividere
con loro quello che so? Sicuramente ci sono persone che ne sanno più di me,
anche tra quelle stesse persone che oggi partecipano alla formazione”. Velocemente
la fiction, stava avvolgendo la mia mente, bloccandomi.
E quello
che ho pensato subito dopo per uscire da questa impasse è stato che, se avessi
continuato a pensare così, questo mio modo di vedere la situazione, avrebbe
finito per impattare il livello della mia performance, il livello del materiale
che avrei condiviso, la qualità del mio stesso lavoro. Quindi dovevo
semplicemente rimuovere questo pensiero, questa convinzione che mi stava
limitando in quel momento e fare quello che dovevo fare, senza pretendere di
sapere tutto e di essere la massima esperta in quel momento del tema di cui
avrei parlato, perchè non lo sono. E questo è un fatto vero!
Ebbene,
questo è un esempio di cosa vuol dire separare nella nostra mente i pensieri
utili ed efficaci da quelli inutili: anzichè concentrare l’attenzione su di me,
l’ho concentrata sulle persone dell’aula, sul Perchè ero lì e sui contenuti che
andavo ad offrire, su quello che sapevo e sul rispondere alle loro domande, basandomi
sulle mie conoscenze ed esperienza personale.
In sostanza
ho separato i fatti dalla finzione ed era l’unica cosa che in quel momento
potevo fare per uscire dalla mia Matrix, dalla mia sindrome dell’impostore.
Morpheus
nel film dice a Neo “Nessuno di noi è in grado purtroppo di descrivere Matrix
agli altri…dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è“, perchè ognuno di noi ha
la sua personale visione e versione di questa sindrome, dei pensieri che ci
limitano ed ognuno di noi deve guardarla in faccia con i propri occhi.
Ma una cosa
è certa, quando deciderete di affrontare con onestà e consapevolezza le vostre
paure, riconoscere i fatti reali e far crollare la finzione, diventerete come
Neo alla fine del film, quando sarà in grado di controllare e fermare anche le
velocissime e mortali pallottole dell’agente Smith!